Capisco bene l'odore dell’edera deperita
e delle tue cosce profumate del fango
schiantato sotto i tir
e infine un botto del tuo rossetto
che non sa eseguire il blu dei cerbiatti
comandanti del terzo goal degli occhi.
Io mi guardo dietro le caviglie.
Gracchiano,
come i morsi posteri.
Un istante.
Fino ad allora
a nutrire una tragedia quantizzata
vecchia sgobbona imputridita
di chi sciala atti da teatro
ingrassato di donnicciole.
lunedì, dicembre 31, 2007
Capisco bene l'odore dell’edera deperita
L'arte logora solo chi non la fa. Beccatevi questa:
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